Milano, 02 Gennaio 2022
Salgo nell’ora del tramonto al 29° piano della Torre Galfa, le nuvole galoppano in un’evoluzione spettacolare e da qui sono molto più vicine. Si insinuano nel cielo e del cielo stesso prendono i colori. Non assisto all’epifania di arancione e rosa, questo bagliore aderisce molto di più al mio essere crepuscolare, rispetto alle tinte di fuoco ma presto tutto si trasforma, in tinte di fuoco, appunto. Scatto in sequenza, raccogliendomi nella consapevolezza di un panorama unico della mia città; da qui vedo La nuova Torre Unipol, la Biblioteca degli alberi, la Torre dell’Unicredit, il Bosco verticale, la Torre Branca, Le Torri Garibaldi che sormontano la stazione di Porta Garibaldi e sono le sedi degli uffici di Maire Tecnimont, infine più in fondo l’antenna della Rai e i tre grattacieli di City Life. La cima di ogni grattacielo svetta e sembra scontrarsi con le nubi. Penso agli esercizi fantasiosi di un bambino che in ogni nuvola vede un dinosauro, un aeroplano o la cartina dell’Africa: anche crescendo non ho mai smesso di rimanere affascinato da cirri e cumuli, il cui tipico colore bianco ora è del tutto scomparso e ha assunto ogni possibile sfumatura di giallo di arancione di rosso, rosso fuoco. Mi sposto in fretta per non perdere neppure un attimo di questa evoluzione, ma le nuvole sono più rapide, cambiano forma e tonalità, assumendo la connotazione ideale per raccontare il lato romantico della mia città. Questa sera che sfuma nell’ora del riposo è quella che prediligo per muovermi, e oggi è impossibile dire se lo spettacolo migliore sia quello del cielo, con il suo groviglio di nuvole, o quello ai piedi del palazzo dove mi trovo, con lo skyline infuocato di luce e promettente in uno sfondo suggestivo e perfetto per la mia anima.