Stampe e Tele di Milano

Stampe e Tele di Milano

Anche Luca e Andrea hanno acquistato le tele DearMilano.it

 

Luca  guardò l’orologio: dieci minuti di ritardo, strano, Andrea era sempre puntuale, ma non se ne preoccupò, nell’attesa annuì al cameriere che gli offriva un proseccoQuando, un quarto d’ora prima, era entrato nello studio di Andrea, l’aveva trovato chino sul computer della receptionist, gli aveva fatto un cenno con la mano:

“Vai, vai, inizia a prendere un tavolo, altrimenti si riempie, arrivo subito.” E così era stato. Luca  e Andrea erano compagni di condominio in corso Venezia: Luca , dentista, al terzo piano, Andrea, notaio, al piano rialzato, si erano conosciuti molti anni prima e nel tempo avevano trovato diversi punti di affinità. Talvolta mangiavano insieme nel bistrot in fondo alla via, ma purtroppo, più spesso, erano costretti a rimanere in studio per accontentare qualche cliente o paziente che sfruttava la pausa pranzo per un rogito o un’otturazione.

Altri dieci minuti. Luca  stava per chiamare Andrea, quando lo vide entrare trafelato, il cappotto allacciato male, coi bottoni sfasati nelle asole, e i capelli scarmigliati, come al solito all’inseguimento della vita. 

“Scusa, scusa. Hai già ordinato?” Gli disse col fiatone, poi afferrò il menù del giorno senza spogliarsi né sedersi.

“No, aspettavo te. Ma ti prego fai con calma, io non ho alcuna fretta, un colpo di fortuna, si fa per dire che poi lo pagherò con gli interessi, ma mi è saltato un appuntamento per l’estrazione di un molare particolarmente complessa. Tu piuttosto, rogne?”

“No, no, tutt’altro. Adesso ti dico. Io prenderei il salmone. Tu?”

“Stavo valutando i pici senesi.”

In un attimo il cameriere prese la comanda e Andrea parve rilassarsi. 

“Dunque, mi sono un po’ perso dietro al sito DearMilano, e la cosa buffa è che me ne ha parlato il mio cliente tedesco con quel nome impossibile, sai quell’industriale che ha comprato mezzo palazzo in viale Ezio, che io chiamo affettuosamente Otto. Insomma ci sta questo fotografo Paolo Marchesi – così dicendo digitò velocemente sullo smartphone e lo porse all’amico – che fa queste foto con un taglio un po’ dark, Otto l’ha scovato su Instagram e se n’è innamorato, alla fine si è fatto stampare alcune foto di City Life e le ha appese nel suo studio dell’appartamento di Berlino, in modo da avere sempre il suo panorama preferito sotto gli occhi.”

“Caspita, sono davvero splendide. Quindi questo Paolo spedisce le sue fotografie?”

“Anche, ma, c’è questo posto a Milano, ed è quello che stavo guardando prima in internet, si chiama La Mostra dei Poster in galleria Buenos Aires, dove si trovano già parecchie tele, il che per me rimane comodissimo.”

“Altroché, da qui volendo ci vai pure a piedi.”

“Certo che qui si mangia sempre bene, vero?”

“Decisamente, il salmone era divino. Mi sa che prendo anche il dolce.”

Luca  declinò, la pasta era stata abbondante e ricca di sugo, pensò all’apparecchio del piccolo Gigino, urlatore professionista, che lo aspettava alle 16 e optò per un amaro.

Dieci giorni dopo

Entrando nello studio dentistico, il rumore del trapano accolse Andrea, salutò Miriam, la segretaria, e le disse che avrebbe aspettato Luca .

“Non ci vorrà molto, la seduta dovrebbe terminare a breve, la paziente è già sotto da quasi due ore.”

Andrea trasalì: non aveva mai superato la paura del dentista, nonostante riconoscesse che il tocco di Andrea e della sua assistente fossero davvero delicati. Poco dopo infatti Luca accompagnò una giovane donna all’uscita, le strinse la mano e si premurò con Miriam circa l’appuntamento successivo, finalmente, come se se ne fosse dimenticato, si tolse la mascherina.

“Caffè? – Propose Luca vedendo il notaio – Ho bisogno di un po’ di carica, quell’impianto è stato un vero osso duro. Osso duro per un dente, ah buona questa.” 

Andrea non poté fare a meno di pensare che a quella ragazza fosse capitata la sorte peggiore ma cercò di scacciare l’immagine dalla mente.

“Se hai un attimo perché non vieni di me, prima che arrivi la Baronessina? Ho idea che la sua successione farà il paio con il tuo intervento, in quanto a procedure complesse. Voglio mostrarti qualcosa.”

“Va bene, dai, scendiamo.”

Fecero le scale quasi di corsa, lodandosi reciprocamente per quanto si sentissero, e in effetti erano, ancora agili e scattanti nonostante i cinquanta fossero lì sulla soglia per entrambi.

Attraversarono l’ampio ingresso e Andrea fece strada nel suo studio elegante. La receptionist li seguì subito con due espressi e li lasciò soli. Una tela esclusiva con una veduta di piazza Duomo, fotografata dall’alto nella blue hour, troneggiava dietro l’importante scrivania ingombra di documenti. 

I due uomini rimasero alcuni istanti in silenzio ad ammirarla. 

“Bella, eh?” Chiese Andrea mostrandosi visibilmente soddisfatto per l’acquisto.

“Sono senza parole. Penso che ne prenderò una anch’io, se per Natale regalo l’ennesima borsa a Marta, me la tirerà dietro, in più si lamenta sempre per quel quadro in camera, che in effetti non è un granché…”

“Allora dai un’occhiata su Instagram e sul sito DearMilano.it poi ti accompagno volentieri.”

“Perfetto, grazie. L’unico problema sarà trovare un momento in cui siamo liberi entrambi, ultimamente anche il sabato è un delirio. Eh sì, siamo davvero due uomini molto impegnati. Anzi, devo proprio scappare, il terribile Gigino ormai starà arrivando.”

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