Milano a Natale, Natale a Milano.

Succede ogni anno, eppure non finisce mai di rinnovarsi e di incantarmi. Dopo Sant’ Ambrogio Milano esplode in mille eventi e feste di strada, dove il personaggio principale assoluto è sempre lei: la luce.

Il cielo che sfuma, a seconda del meteo, dai grigi piombo del maltempo, agli arancioni dei giorni tersi fino a tingersi di blu. Il solstizio d’inverno si avvicina, quella data perfetta in cui la brevità dei giorni, tipica del periodo, raggiunge il suo apice. Il giorno più corto dell’anno per un uomo dark come me, non può che essere perfezione assoluta. Ma l’oscurità viene rischiarata da tutto ciò che la straordinaria scenografia milanese organizza a dicembre in ogni angolo della mia città.

Anche nei quartieri più popolari gli addobbi natalizi illuminano il peregrinare di chi cerca svago serale in un piccolo bar, che lancia bagliori dall’unica vetrina, o di chi indugia nella scelta di un regalo da mettere sotto l’albero, in una dismessa bottega rionale, comunque vestita di sprazzi argentati. La narrazione della Milano periferica la scrivo con la mia fotocamera che si sofferma sulle luminarie dei balconi di palazzi che, durante il resto dell’anno, sono solo casermoni poco invitanti, ma racchiudono spesso un’umanità che varrebbe la pena di raccontare. Milano è anche questo e ha un aspetto meno appetibile per il cronista disattento, ma io sono diverso; guardo oltre i terrazzini psicadelici e intermittenti di rosso e oro. Percorro le strade del Gallaratese, della Barona, di Quarto Oggiaro e Gratosoglio sul mio scooter che si affianca agli autobus dove siedono stanche donne con grandi borse della spesa, dalle quali spunta un panettone, perché il bello del Natale è che arriva ovunque.

Scelgo poi di spostarmi per le vie del centro con il monopattino, quest’anno il porticato della storica Rinascente pare preso in prestito da un sultanato, fa quasi male agli occhi con la sua cascata d’oro e argento. Dior ha sponsorizzato via Dante, con decorazioni che hanno la forma della boccetta del suo profumo più celebre. Tutto si accende, non c’è limite a fiocchi, pacchetti e campanelle che si susseguono sui fili in alto; sono i panni stesi del Natale commerciale e sfavillante che alla fine cattura chiunque.

Sì, è il Natale di tutti, perché tutti, nonostante il freddo, si regalano almeno un paio d’ore per venire nel cuore della città, ammirare il tradizionale albero di Swarovski in Galleria, e la splendida vetrina della pasticceria Marchesi, e non lo dico per il nome. Piazza Duomo rimane l’inespugnabile cuore di Milano, il cono di luce che ha sostituito il classico abete, è l’icona del trasformismo milanese e aggiunge un nuovo elemento di fulgore nello scintillio cosmico.

Ogni negozio esprime l’intensa suggestione del Natale, declinata in situazioni diverse ma sempre riconducibili alla magia: dai ghiacci della Lapponia, alle palme della Palestina. In ogni pallina dell’albero si riflette la prepotente nostalgia di me stesso bambino, che si confronta con l’adulto felice per aver realizzato il suo sogno: faccio un lavoro bellissimo, posso imprigionare nei miei scatti le emozioni più intense in modo da poterle rivivere per sempre. Posso raccontarvi una Milano da Oscar che grida al mondo il suo splendore.

E questo Natale 2019 mi regala il privilegio di essere presente a tanti eventi in programma. Ho visto l’accensione dell’albero e la sera del 14 dicembre ho assistito da una posizione privilegiata all’inaugurazione dell’Aqua show Vodafone in Darsena. Una manifestazione che farà compagnia ai milanesi fino all’epifania. Coreografie spettacolari di laser e giochi d’acqua accendono le feste con centinaia di getti lungo le rive, un Natale pirotecnico che sposa la modernità in uno sfolgorio continuo tra l’estasi dei più piccoli e di chi – praticamente tutti – a Natale un po’ piccino torna a esserlo.

La luce, alleata perfetta e indispensabile per la mia cronaca, a Milano a Natale si eleva a elemento portante della storia, diventa protagonista assoluta coi suoi mutamenti metallici e il suo fuoco che in fondo non fa che ricordarci che tutto è nato oltre 2000 anni fa, proprio grazie a una luce: quella della stella cometa.

 

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