Castello Sforzesco

Il Castello Sforzesco

Milano

Cazzo, piove! Sì, so di aver sempre detto di amare la pioggia, ma dovrei rimodulare i miei desideri sul meteo: le nuvole oggi mi impediranno di fare una cosa pazzesca, ma aspettiamo. Magari il grigio nel cielo e nel mio stato d’animo può ancora cambiare. Alterno occhiate fuori dalla finestra ad altre al cellulare in cerca di previsioni confortanti, e alla fine squarci di sereno invadono i tetti. Così, nel primo pomeriggio, ho la certezza di non dover annullare la mia fantastica salita sul Castello Sforzesco di Milano, uno dei simboli cittadini più noti. 

Ho visto le misure di sicurezza prese per difendere il Castello fino alle terze merlate, accessibili salendo una scala che risale al 1400 circa, e che non è esattamente agevole. Metto i piedi con estrema cautela sui gradini sconnessi e preparo ogni centimetro del mio corpo a uno spettacolo incredibile. Adrenalina. 

Ma quanto è maestoso il Castello Sforzesco?

Con la Torre Centrale del Filarete, imponente e fotografata anche dai turisti più frettolosi? Sono in cima: davanti a me gli alberi del Parco Sempione hanno assunto i colori autunnali tra verde, rosso e ocra, in mezzo il laghetto, sullo sfondo l’Arco della Pace. Non potrebbe essere una giornata migliore: la suggestione di una favola urbana nel panorama perfetto di chi aveva scelto questo luogo per dominare la città. Sulla sinistra l’antenna della Rai, moderno e antico sciolti nel mio sguardo stupito, di chi ha l’onore di restituire negli scatti la verità di un punto di vista unico. Meraviglia. Se il mio obiettivo è raccontare con le immagini il mio amore profondo per Milano, oggi il compito è decisamente facile. Come potrei non amare questo complesso fortificato, eretto da Francesco Sforza? Ogni mattone, quelli dei muri, dei torrioni rotondi agli angoli, dell’ala che affaccia sul fossato, ci racconta una storia affascinante. La residenza signorile con la sua Corte Ducale si è poi trasformata in una fortezza inespugnabile sotto il dominio spagnolo, e io sono qui, immerso tra i battiti di cuore dei cavalieri in armatura, delle dame con gli abiti sfarzosi rinascimentali. Sono Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci, ripercorro un’epoca di grande fermento culturale e artistico, un mondo che mi viene donato oggi nei suoi angoli nascosti, nel silenzio rotto solo dal mio respiro che quasi trattengo nell’estasi concentrata, alla ricerca di un’inquadratura che possa essere davvero unica e mia. 

Ma non lo sarà mai fino in fondo, perché qui tutto appartiene al Castello; io posso solo prendere in prestito le ispirazioni, rielaborarle attraverso la mia macchina fotografica e le mie capacità e restituirle, ringraziando con gratitudine questo luogo. 

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